Sotto occupazione militare,‭ ‬tutti.

stradesic2_160112Quando,‭ ‬in maniera istantanea,‭ ‬negli ambienti cosiddetti‭ “‬politicamente coscienti‭”‬,‭ ‬si pensa ai crimini del militarismo e dell’imperialismo italiani,‭ ‬si pensa ad Asmara,‭ ‬Mogadiscio‭ (‬fino all’ultimo decennio del XX secolo‭)‬,‭ ‬Tripoli,‭ ‬Addis Abeba…Lubiana,‭ ‬Grecia,‭ ‬le steppe russe,‭ ‬Baghdad,‭ ‬Kabul e Herat,‭ ‬Belgrado.‭
Questa storia di sangue è,‭ ‬però,‭ ‬anche quella di Genova nel‭ ‬1849,‭ ‬Bronte,‭ ‬Pontelandolfo e Casalduni,‭ ‬dello stato d’assedio in Sicilia e in Lunigiana proclamato da Crispi nel‭ ‬1894‭ ‬per reprimere i moti dei Fasci dei Lavoratori e i moti in loro appoggio in giro per la penisola,‭ ‬delle cannonate di Bava Beccaris a Milano nel‭ ‬1898.‭ ‬Questa storia è la storia di Palermo nel‭ ‬1992.‭ ‬La storia‭ ‬è quella della Sardegna,‭ ‬della Calabria,‭ ‬di Napoli,‭ ‬delle coste del Salento,‭ ‬dell’Aquila.‭ ‬Questa storia è la storia di tutte le città d’Italia con l’Operazione Strade Sicure e le sue successive espansioni.‭ ‬Il binomio guerra esterna/guerra interna diviene più esplicito giacché per entrambe oggigiorno si fa uso principalmente dell’Esercito Italiano,‭ ‬ormai in quasi costante configurazione bellica.
Come detto sopra,‭ ‬l’uso dell’esercito per il mantenimento dell’ordine pubblico non è una novità.‭ ‬Anzi,‭ ‬fino alla creazione delle forze di polizia così come le conosciamo,‭ ‬in larga parte in quel lasso di tempo che inizia coi‭ “‬dispotismi illuminati‭” ‬del tardo XVIII secolo e che ha il suo compimento nello stato napoleonico,‭ ‬la repressione delle sommosse cittadine o rurali era compito quasi esclusivo dei distaccamenti militari.‭ ‬Anche le guardie cittadine avevano una struttura interna di tipo essenzialmente militare.‭ ‬Fu proprio la nascita del capitalismo e il sorgere dell‭’“‬età d’oro della borghesia‭” ‬che costrinse i governi a creare formazioni con compiti diversi da quelli dei distaccamenti militari:‭ ‬vedasi le‭ “‬slave patrols‭” ‬nel Sud degli Stati Uniti,‭ ‬che dovevano sorvegliare gli schiavi nelle piantagioni e riacchiappare i fuggiaschi,‭ ‬e le varie polizie metropolitane il cui compito era disciplinare la forza-lavoro confinata negli enormi slum operai dell’Inghilterra,‭ ‬della Francia e della Germania,‭ ‬ma anche dello stesso Nord America.
Malgrado ciò,‭ ‬i grandi sommovimenti di massa venivano principalmente presi a cannonate e si utilizzava in maniera massiccio il dispositivo militare qualora la‭ “‬repressione preventiva‭” ‬non era sufficiente‭ ‬a prevenire le sommosse suddette.‭ ‬Cosa notevole in quei paesi europei che hanno dovuto soggiogare ed integrare all’interno dello stato centralizzato vere e proprie‭ “‬colonie interne‭” (‬vedasi la Francia con la Vandea e la Bretagna,‭ ‬di cui la Vandea è una prosecuzione tanto che nel‭ ‬1789‭ ‬la maggior parte della popolazione rurale vandeana parlava quasi esclusivamente bretone,‭ ‬e il Regno d’Italia con Sardegna,‭ ‬Sicilia e Italia meridionale‭)‬.
In realtà,‭ ‬per comprendere il discorso che si andrà a fare,‭ ‬bisogna distinguere tra operazioni belliche urbane e uso delle forze armate in operazioni non solo di ordine pubblico ma anche di counter-insurgency in ambito interno od estero.
La cosiddetta‭ “‬counter-insurgency‭” ‬divenne un tema di studi strategici a partire dal secondo dopoguerra.‭ ‬Prima di esso solo le forze dell’Asse si trovarono ad affrontare insurrezioni armate in aree urbane,‭ ‬fallendo miseramente per il carattere totalmente nuovo di questo tipo di scenario.‭ ‬Scenario che le forze armate USA a partire dai combattimenti urbani durante l’offensiva del Tet a Saigon nel‭ ‬1968‭ ‬sono stati costretti‭ ‬a prendere in considerazione.
I contesti in cui si trovarono ad operare le forze armate occidentali furono sempre più simili al precedente vietnamita,‭ ‬complice anche una situazione internazionale che favoriva la crescente migrazione verso le aree urbane che specialmente nel Terzo Mondo divennero quasi totalmente enormi bidonville.‭ ‬Non solo Beirut:‭ ‬a Mogadiscio il‭ ‬60%‭ ‬delle perdite dei Rangers USA fu provocato in maniera diretta da bande armate irregolari che controllavano gli slums della città.‭ ‬Nel‭ ‬2003‭ ‬Sadr City,‭ ‬l’enorme bassofondo a maggioranza sciita di Baghdad,‭ ‬divenne un’area difficilmente avvicinabile dalle truppe occidentali e rifugio sicuro dell’Esercito del Mahdi di Muqtada al-Sadr.
Secondo le stime recenti,‭ ‬presto gran parte della popolazione mondiale,‭ ‬per la prima volta nella storia,‭ ‬vivrà in aree urbane,‭ ‬e la maggior parte di essa in condizioni di povertà o prossima ad essa,‭ ‬soprattutto quella di recentissima inurbazione.‭ ‬Gli studi strategici prospettano per i conflitti del futuro un dispiegamento in scenari urbani in cui a ben poco serviranno i bombardamenti aerei visto il carattere esteso ed irregolare della forma urbana del futuro.‭ ‬Il principale documento strategico della Nato in questo senso,‭ “‬Urban Operations in the year‭ ‬2020‭”‬,‭ ‬pone grande enfasi su strategie basate sulla raccolta di informazioni da parte dell’intelligence,‭ ‬sul controllo stretto della popolazione civile,‭ ‬sull’isolamento e la preservazione delle infrastrutture fondamentali,‭ ‬e sulle varie fasi di transizioni intra e post conflitto.
Lo studio strategico in questione è stato elaborato da esperti di più paesi dell’Alleanza Atlantica:‭ ‬Italia,‭ ‬Canada,‭ ‬Francia,‭ ‬Germania,‭ ‬Gran Bretagna,‭ ‬Olanda e Stati Uniti d’America.‭ ‬Tutti questi paesi hanno una qualche esperienza dell’uso urbano delle forze armate,‭ ‬già nel‭ ‬2003,‭ ‬quando lo studio fu pubblicato.‭ ‬La Gran Bretagna aveva una‭ “‬tradizione‭” ‬pluridecennale di counter-insurgency e controllo militare degli slums della working class cattolica in Irlanda del Nord,‭ ‬mentre la Francia già utilizzava le forze armate all’interno di diversi livelli del piano anti-terrorismo Vigipirate.‭ ‬Gli USA avevano sperimentato l’utilizzo delle forze armate durante la Rivolta di Los Angeles.
Da questo punto di vista l’Italia già allora aveva esperienze non invidiabili dalle altre potenze della Nato.‭ ‬Anche dopo le fondamentali esperienze libanesi e somale,‭ ‬l’Italia aveva messo in campo una serie di operazioni militari interne‭ “‬pesanti‭” ‬in cui furono sperimentate alcune caratteristiche salienti che confluiranno poi nello studio Nato.‭
La prima operazione militare interna su larga scala fu l’Operazione Vespri Siciliani,‭ ‬che consistette nel dispiegamento di migliaia di soldati in Sicilia tra il‭ ‬1992‭ ‬e il‭ ‬1998,‭ ‬subito dopo le stragi di mafia di Capaci e di via D’Amelio a Palermo.‭ ‬La motivazione ufficiale per questo allora inedito utilizzo delle forze armate fu‭ “‬liberare le forze dell’ordine dal compito gravoso del controllo del territorio e dell’ordine pubblico quotidiano per farle concentrare meglio sui compiti investigativi imposti dalla situazione emergenziale e sulla cattura dei latitanti‭”‬.‭
In realtà dietro la dicitura‭ “‬ordine pubblico quotidiano‭” ‬e‭ “‬controllo del territorio‭” ‬si celava la sperimentazione di pratiche,‭ ‬come quella dei rastrellamenti,‭ ‬già sperimentate in maniera isolata in Sardegna,‭ ‬che diverranno fondamentali nell’elaborazione teorica strategica per i contesti urbani,‭ ‬sperimentate tra l’altro quasi contemporaneamente in Somalia e in futuro in altri scenari esteri,‭ ‬specialmente nelle aree montane dell’Afghanistan.‭ ‬Oltre al presidio degli obiettivi sensibili,‭ ‬si operarono posti di blocco a distanza ravvicinata tra loro con l’ordine di fermare e controllare l’identità del più alto numero di persone possibile.‭ ‬Si operò,‭ ‬inoltre,‭ ‬la quasi totale blindatura dei‭ “‬quartieri caldi‭” ‬delle città siciliane‭ (‬Zen ed altri a Palermo,‭ ‬Librino a Catania,‭ ‬ecc.‭)‬,‭ ‬col controllo sistematico delle persone in entrata ed in uscita dai quartieri,‭ ‬in modo da schedarle e‭ “‬facilitare‭” ‬future attività investigative.‭ ‬Ciò si mise in atto anche nelle aree rurali‭ “‬ad alta densità mafiosa‭”‬.‭ ‬Inoltre i soldati furono utilizzati in veri e propri rastrellamenti nelle aree extraurbane dove si pensava potessero nascondersi i latitanti,‭ ‬con anche in questi casi schedatura immediata di tutte le persone fermate.‭ ‬Va logicamente da sé che ci troviamo di fronte ad una vera e propria‭ “‬prova di forza‭” ‬dello stato verso i settori considerati potenzialmente troppo turbolenti del proletariato e sotto-proletariato siciliano,‭ ‬parallelamente alla volgarmente nota‭ “‬trattativa stato-mafia‭”‬,‭ ‬e alla messa in atto di un tentativo sperimentale di militarizzazione del territorio.
Da quel momento l’uso delle forze armate in Italia divenne via via sempre più ordinarie in situazioni critiche come in Calabria e a Napoli,‭ ‬e nelle coste adriatiche durante le guerre balcaniche.‭ ‬Nel‭ ‬2008‭ ‬il governo Berlusconi IV,‭ ‬per fare argine ad una quasi inesistente‭ “‬emergenza sicurezza‭”‬,‭ ‬mette in atto l’Operazione Strade Sicure,‭ ‬in parte mossa propagandistica,‭ ‬in parte concretizzazione delle fantasie cilene dell’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa.‭ ‬In realtà sembra che l’Operazione in sé sia fallita su tutti fronti.‭ ‬Primo perché le varie tipologie di reato e la loro maggiore o minore frequenza dipendono da dinamiche su cui Strade Sicure incide in minima parte,‭ ‬sia perché la percezione di insicurezza dal‭ ‬2008‭ ‬ad oggi anziché diminuire è aumentata in maniera esponenziale.‭
In realtà,‭ ‬con le sue continue proroghe che l’hanno mantenuta in piedi fino ad oggi,‭ ‬con l’ultima proroga votata dopo gli attacchi di novembre a Parigi,‭ ‬Strade Sicure ha raggiunto il suo reale scopo:‭ ‬rendere qualcosa di quotidianamente ordinario la presenza di militari armati nelle città italiane.‭ ‬Ad oggi abbiamo più militari impiegati nel presidio di aree sensibili urbane di quanti ce ne fossero nel‭ ‬2008,‭ ‬con addestramento ed armamenti totalmente inutili allo scopo,‭ ‬ma che ti fanno pensare due volte prima di saltare i tornelli della metro per il rischio di finire crivellato di colpi da qualche soldato esaltato‭ ‬o che si fa prendere dal panico.
Un altro utilizzo che ricalca le indicazioni teoriche di‭ “‬UO2020‭” ‬è ciò che è successo all’Aquila dopo il terremoto del‭ ‬2009.‭ ‬Il dispiegamento di ogni tipo di Arma e di Corpo dello stato‭ (‬Polizia,‭ ‬Carabinieri,‭ ‬Esercito,‭ ‬Croce Rossa,‭ ‬Vigili del Fuoco,‭ ‬Protezione Civile,‭ ‬Corpo Forestale,‭ ‬GOM‭)‬,‭ ‬quasi sempre in tenuta antisommossa,‭ ‬il controllo militare capillare del territorio con continue identificazioni all’entrata e all’uscita dei campi,‭ ‬il potere arbitrario e tirannico della Protezione Civile,‭ ‬finalizzato a disarticolare le reti sociali per neutralizzare il dissenso e far andare avanti i nuovi piani urbanistici:‭ ‬tutto ciò in ampie parti ricalca i manuali di counter-insurgency del US Army scritti dal generale Paetreus.‭ ‬Infatti il primo grande precedente di uso massiccio della forza militare per fronteggiare le ricadute sociali di un disastro naturale avvenne proprio negli USA durante l’uragano Katrina.
In fin dei conti,‭ ‬citando esplicitamente anche le periferie proletarie d’Europa come teatro di una‭ “‬guerra asimmetrica‭” ‬legata anche alle sacche ghettizzate di popolazione immigrata,‭ ‬le teste d’uovo della Nato hanno elaborato una strategia unica ed universale per una futura‭ “‬guerra mondiale permanente‭” ‬verso il proletariato urbano globale,‭ ‬finalizzata ad un totale assoggettamento della forza-lavoro,‭ ‬funzionale ai nuovi assetti sociali ed economici.‭ ‬Prova ne potrebbero essere i ripetuti assedi di interi quartieri di Parigi e Bruxelles con una vera e propria occupazione militare degli stessi per facilitare la caccia a‭ “‬terroristi‭”‬.‭ ‬O l’ormai consolidata militarizzazione della gestione dei flussi migratori.‭
Passo finale,‭ ‬l’instaurazione di vere e proprie‭ “‬democrazie militari‭” ‬nel‭ “‬primo mondo‭” ‬a cui faranno seguito continui interventi di pacificazione nel resto del pianeta.
Elimo Ribelle.

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